“Cambiò il mondo. Cambiò il nemico. La morte ebbe facce nuove che non conoscevamo ancora. Non si vedeva, la morte, non si toccava, non aveva odore. Mancavano persino le parole, per raccontare della gente che aveva paura dell’acqua, della terra, dei fiori, degli alberi. Perché niente di simile era mai accaduto, prima. Le cose erano le stesse – i fiori avevano la solita forma, il solito odore – eppure potevano uccidere. Il mondo era il solito e non era più lo stesso.”
SVETLANA ALEKSIEVIČ
Fabrizio Caramagna in un suo aforisma ha scritto: “Nel rifare il mondo, affiderei questo compito a una scuola materna. Che bello vivere in un mondo con tre soli e le nuvole in equilibrio sui tetti”. Ed invece viviamo in un mondo sbagliato o, forse, in un’epoca sbagliata che ha gestito le proprie risorse in modo sbagliato.
Ricorda Papa Francesco come l’umanità sia ormai entrata in una nuova era in cui la potenza della tecnologia ci pone di fronte ad un bivio. Siamo gli eredi di due secoli di enormi ondate di cambiamento: la macchina a vapore, la ferrovia, il telegrafo, l’elettricità, l’automobile, l’aereo, le industrie chimiche, la medicina moderna, l’informatica e, più recentemente, la rivoluzione digitale, la robotica, le biotecnologie e le nanotecnologie. È giusto rallegrarsi per questi progressi ed entusiasmarsi di fronte alle ampie possibilità che ci aprono queste continue novità, perché la scienza e la tecnologia sono un prodotto meraviglioso della creatività umana.
Indubbiamente la trasformazione della natura a fini di utilità è una caratteristica, ricordavamo poco sopra, del genere umano fin dai suoi inizi, e in tal modo la tecnica esprime la tensione dell’animo umano verso il progressivo superamento di certi condizionamenti materiali.
La tecnologia ha indubbiamente posto rimedio a numerosi mali che angosciavano e limitavano l’essere umano, specialmente se si pensa ai progressi realizzati in campo medico, nell’ingegneria e nelle comunicazioni.
La tecno scienza, è certamente anche capace di produrre il bello e di far compiere all’essere umano, circondato dal mondo materiale, il “salto” nell’ambito della bellezza, tuttavia non si può ignorare che l’energia nucleare, la biotecnologia, l’informatica, la conoscenza del nostro stesso DNA e altre potenzialità che si sono acquisite ci mettono a disposizione un potere terrificante. Mai l’umanità ha avuto tanto potere su se stessa e niente garantisce che lo utilizzerà correttamente, soprattutto se si considera il modo in cui lo sta, talvolta, impiegando.
Sarebbe magnifico poter essere sicuri che ogni conquista di potenza sia unicamente progresso, incremento di sicurezza, di utilità, di benessere, di forza vitale come se la realtà, il bene e la verità fiorissero naturalmente dal potere stesso della tecnologia e dell’economia.
Il fatto è che l’uomo moderno non è stato educato al corretto uso della potenza perché la smisurata crescita tecnologica non è stata accompagnata da uno sviluppo dell’essere umano per quanto riguarda i doveri, i valori e la serietà. Ogni epoca storica è portata a sviluppare una scarsa autocoscienza dei propri limiti.
Per tale motivo è pensabile che oggi l’umanità non avverta l’importanza delle sfide che ormai deve affrontare, e la possibilità dell’uomo di usare male la sua forza è in continuo aumento quando non esistono norme di libertà, ma solo richieste di utilità e di sicurezza.
Troppe volte l’umanità si è consegnata alle forze cieche dei bisogni immediati, dell’egoismo, della violenza brutale, contro tutti gli esseri viventi per sperare che il futuro possa essere diverso?
Maria Laura Pappalardo
Presidente Festival Terra2050
Foto: Castellammare del Golfo di Giovanna Bevacqua